Il mercato degli appalti pubblici tiene per il numero dei bandi a settembre ma dimezza i propri valori rispetto allo stesso mese del 2019. Con questi numeri forniti dall’osservatorio Cresme Europa Servizi il settore frena ulteriormente: dall’inizio dell’anno sono stati promossi 15.245 bandi per un valore di 23,879 milioni pari a un calo del 7,8% per gli avvisi e del 9% per i valori. Il dato di settembre invece è di -1,5% per le gare e di -49,7% per gli importi (1,4 miliardi contro 2,8 miliardi di settembre 2019).
Stazioni appaltanti
È boom per i gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali: con 843 (27,5%) hanno mandato in gara lavori per 10 miliardi (+13%). Seguono le Ferrovie che hanno promosso 298 procedure (+213%) per 5,67 miliardi (+29,4) e le amministrazioni comunali che hanno indetto 8.583 bandi (-12%) per 4,333 miliardi (-7,1%). L’Anas spinge sull’acceleratore delle gare (362, +49%) ma dal valore più contenuto (1,577 miliardi, -18,4%). In rialzo anche l’attività di amministrazioni regionali e provinciali.
Classi d’importo
Sono solo due le fasce che crescono: quelle tra 5 e 15 milioni (443 bandi per 3,81 miliardi, +10 e +15%) e tra 15 e 50 milioni (259 av visi per 6,678 miliardi, +73% e +70%). Male tutte le altre classi, a partire dalle maxiopere oltre i 50 milioni che hanno totalizzato 43 gare (-6%) per 6 miliardi (-46%) per arrivare a quelle piccole che stanno sparendo dai radar delle procedure pubbliche (-16% per i valori dei microappalti fino a 150mila euro).
Regioni
La Lombardia continua a trainare il mercato con 4 miliardi (+29%) davanti al Lazio (2,121 miliardi, +54%) e all’Emilia Romagna (1,891 miliardi, +10%). In flessione il Piemonte (1,489 miliardi, -63%) e il Veneto (1,228 miliardi, -53%).