Il Superbonus 110% sarà prorogato al 2023. È quanto prospettato dalle nuove linee guida in tema di detrazioni fiscali per interventi edilizi nell’ambito dell’esame del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvate in Parlamento. Inoltre, in attesa della versione definitiva del Recovery Plan da trasmettere all’Unione Europea, verrà ridiscusso anche il bonus ristrutturazioni con aliquota unica al 75%.
Il Superbonus 110% tra conferme e novità
Il finanziamento sarà protratto sull’intero anno 2023 a prescindere dalla avvenuta realizzazione di percentuali di lavori nell’ultimo anno di vigenza dell’incentivo. Una soluzione che offrirà come effetto immediato una moltiplicazione degli effetti positivi in termini di risparmio energetico annuo generato dagli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio privato.
Ma è soprattutto evidente la volontà di aumentare la platea degli aderenti, sia come categorie d’attività che come parametri d’accesso.
Alla lista dei beneficiari si aggiungono così i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, nella fattispecie le Piccole e Medie Imprese e il settore alberghiero. La detrazione d’imposta andrà a coprire inoltre gli interventi effettuati dalle aziende agricole e agrituristiche sui fabbricati rurali. Al vaglio anche gli ippodromi.
Ben più complesso il quadro di semplificazione per l’accesso, da ricollocare in una strategia di riqualificazione degli edifici inerente alla verifica preventiva della conformità urbanistica e degli interventi sugli edifici ubicati nei centri storici. Un problema di vincoli che rallentano i tempi di recupero del credito ed impediscono il miglioramento di due classi energetiche.
Bonus ristrutturazioni e la necessità di semplificazioni
In comunione alle azioni da intraprendere per il Superbonus, traspare l’intenzione di unificare o comunque mettere in comune tutti i bonus riservati alle ricostruzione e all’efficientamento energetico tramite un’unica aliquota al 75%. Per farlo sarà necessario stabilizzare le agevolazioni fiscali (per esempio, ecobonus e sismabonus) rendendoli strutturali fino al 2025 per il patrimonio immobiliare privato.
Ci sono ulteriori passaggi che sarebbe d’uopo assolvere. Per poter garantire l’accesso ai bonus (una necessità che ha la doppia valenza di sostenere le imprese e di diffondere le buone pratiche per ridurre globalmente le emissioni) è necessario rendere strutturale uno sconto in fattura e la cessione del credito per almeno cinque anni, aggiornare ed unificare il testo delle disposizioni legislative in materia di edilizia, costruire un portale unico destinato alle comunicazione per contribuenti e professionisti e istituire appositi formulari a cui i professionisti possano far riferimento.
Una serie di passaggi non di poco conto ma utili nel raggiungimento degli obiettivi. Una maggiore adesione ai bandi equivale ad una più diffusa ed influente rivoluzione dei consumi, con conseguente maggiore autonomia, riduzione di sprechi e miglioramento per l’ambiente.