Il gran caldo estivo ha evidenziato la necessità impellente di ricercare un po’ di refrigerio in casa propria. Tuttavia come risaputo gli impianti di ventilazione consumano molte energie, e spesso senza garantire un’adeguata ventilazione a livello qualitativo.
La Ventilazione Meccanica Controllata
Esiste tuttavia un impianto che permetterebbe di garantire un adeguato tasso di ventilazione degli ambienti interni così come previsti e regolati dalla legislazione vigente. Stiamo parlando del Vmc, ovvero l’impianto di Ventilazione Meccanica Controllata, un sistema tecnologico in grado di garantire il corretto ricambio dell’aria all’interno degli ambienti.
Il massimo efficientamento nell’areazione degli ambienti infatti è un obbligo di legge ai sensi del Decreto “Requisiti Minimi” del 26 giugno 2015, il quale richiede la verifica dell’assenza di rischio di formazione di muffe e di condensazioni interstiziali nel caso di nuova costruzione oppure per gli edifici sottoposti a ristrutturazioni e ad interventi di riqualificazione energetica.
Il parere di ENEA sul Superbonus
L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), tramite la propria Faq, ha offerto un’ulteriore indicazione volta ad incentivare la realizzazione di questi interventi tramite il Superbonus. Secondo l’ente infatti la Vmc risulta come intervento trainante o trainato, per quanto siano ammissibili esclusivamente i sistemi dotati di recupero di calore in grado di pre-trattare l’aria di ingresso grazie all’aria di espulsione. L’impianto di ventilazione deve essere un intervento correlato alla riqualificazione delle superfici opache, indipendentemente dall’uso e dal profilo del beneficiario della detrazione e su qualsiasi unità immobiliare.
I criteri di ammissione
Per poter ammettere il Vmc al Superbonus è necessario allegare una relazione tecnica da parte di un tecnico abilitato che evidenzi quanto sia necessario l’impianto per la minimizzazione del rischio muffe e condense nonché il fatto che possa garantire un corretto risparmio energetico rispetto alla massima correzione dei ponti termici, con un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNI-TS 11300-1 ed alimentato ad energia elettrica. Un caso ulteriore riguarda invece la sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un impianto con fluido termovettore ad aria integrato, segnalandolo come opera correlata e non intervento con capienza autonoma.
Il rischio di muffe
Infissi di ultima generazione poco permeabili all’aria e l’uso di materiali coibentanti poco traspiranti non permettono un ricambio adeguato dell’aria, alimentando la formazione di muffe in corrispondenza di ponti termici non risolti o punti freddi, collimando con la necessità di garantire una riqualificazione adeguata. Oltre a questo rischio, alcune superficie non risultano tecnicamente fattibili, con problemi alle soglie e alla pavimentazione. In sintesi, il Vmc permette di assicurare tutti gli interventi non generalmente riqualificabili, purché comunque abbinati ad altre opere.