Le grandi città sono una fonte di consumo energetico e di produzione di inquinamento rilevanti. Ma ci sono alcuni esempi virtuosi nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Nuovo polmone verde a Genova
I boschi sono i nostri polmoni, ma come possiamo portare queste preziose fonti di ossigeno nelle grandi città? A Genova è stata approvata una vasta operazione nel quartiere di Cornigliano, con la nursery di centinaia di alberi. Piazza Metastasio, vicino alla nobile villa Durazzo Bombrini ma al contempo agli impianti di Arcelor Mittal e ad un punto nevralgico del porto, potrà giovare così di uno spazio fresco che al contempo aiuti a riqualificare il quartiere industriale. Una specie di enorme ombrello verde, per difendere dal calore soprattutto le persone più anziane, grazie ad un investimento voluto dal Comune per 30 mila euro e che si avvale del progetto di Climactions. Il sito, che si pone come obiettivi non solo la tutela della salute dei corniglianesi ma anche la lotta contro i cambiamenti climatici, si presterà inoltre come sito di studio nazionale per il monitoraggio degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici.
Condivide et Albera
Similarmente, la Città Metropolitana di Roma Capitale ha approvato la piantumazione di 150 alberi per combattere gli effetti del riscaldamento globale entro il 2023. Il progetto, promosso dalla fondazione senza scopo di lucro Capellino e dall’associazione comunale Daje de Alberi (utilizzando una celebre espressione locale) prende il nome di “Condivide et Albera”, per la tutela dell’ambiente metropolitano e la salvaguardia delle biodiversità. Un’operazione il cui scopo più immediato è la lotta allo smog capitolino, nonché la mitigazione dei cambiamenti climatici dell’Urbe. Il progetto è seguito dal presidente della Scuola Agraria di Firenze nonché professore dell’Università toscana e divulgatore scientifico Francesco Ferrini, e vede l’esecuzione dei primi lavori nei quartieri di Pietralata e Nomentano.
Mascherine dall’asfalto nell’asfalto
La pandemia, come effetto collaterale, ha provocato l’ampio uso di mascherine. Ma questo, inevitabilmente, si è anche tradotto nella necessità di smaltirle, onde non abbandonarle, come accade, in giro per terra. Prendendo lezione dall’Australia, il progetto Supra (finanziato e coordinato dall’Università della Tuscia-Viterbo e dall’Università di Bergamo) ha individuato un’occasione di riciclo di queste, dando vita ad un asfalto ancora più resistente grazie all’unione tra mascherine monouso e miscela di bitume. Grazie anche al finanziamento del ministero della Transizione Ecologica, Supra si propone di riciclare 3 milioni di mascherine (o 93 tonnellate) per ogni singolo chilometro di strada a due corsie. Un progetto unico nel suo genere, premiato nel bando per il finanziamento di attività di ricerca volta alla riduzione dei rifiuti prodotti da plastica monouso del 2021.
Farmaceutica e altri progetti
Dall’Area Verde di Parma al progetto Selva Urbana di Milano, passando per ulteriori progetti in fase di studio a Tropea e in Friuli Venezia Giulia fino National Urban Point in collaborazione tra ANCI e Comune di Prato. Dal 2019 si è assistita ad una vera e propria esplosione di progetti urbani sostenibili. In ultimo possiamo citare la collaborazione tra la FOFI (Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani) e la Boehringer Ingelheim, azienda farmaceutica del Reno, dedicata alla valorizzazione di progetti green nelle farmacie italiane. I due enti hanno infatti indetto un concorso destinato ai migliori progetti sostenibili proposti dalle farmacie nazionali. Il rispetto dell’ambiente (e quindi delle nostre stesse vite) passa da ogni aspetto della nostra vita.