In tutti i settori, oltre agli investimenti green e al riciclo, esiste un’ulteriore soluzione, l’economia circolare.
Il risparmio dei cittadini europei
A farsene paladina è la Commissione Europea, promuovendo il riutilizzo di tutti i materiali possibili (escludendo sostanzialmente medicinali e alimenti), come soluzione per tagliare le spese ed aumentare i risparmi dei consumatori. Se può sorprendere l’impegno europeo verso questo panorama, bisogna considerare come ogni possibile accorgimento sia necessario sul percorso del Green Deal. Soprattutto se, considerando l’interconnessione della comunità UE, questo processo può permettere una minore dipendenza da altre potenze energetiche. Di modo da diminuire, almeno in parte, la nostra stessa domanda.
Il riutilizzo dei rifiuti
Per quanto concerne i rifiuti, abbiamo già accennato nel precedente articolo “Crescono i benefici del riciclo, l’Italia è virtuosa” come la soluzione del riutilizzo dei materiali (in Italia non ancora abbastanza diffusa, sebbene al contempo il paese primeggi nella raccolta differenziata) sia adatta per limitare la quantità di rifiuti, a cominciare dall’acquisto di beni alimentari sfusi utilizzando le bottiglie e i contenitori, di vetro o di plastica, o il recupero di indumenti da poter reimmettere nel Mercato o donare alle persone più bisognose.
Tessuti tra consumo e design
Proprio riguardo al settore tessile, gli studi voluti dalla Commissione prevedono, con un potenziamento delle politiche di riutilizzo, un possibile risparmio di oltre 120 miliardi di euro l’anno per i consumatori abbinata ad una riduzione del 10% sui consumi di energia. Un progetto di sensibilizzazione che riguarda anche gli stessi produttori, a cominciare dai designer e dalle case di lusso, per via del loro ruolo propositivo di guida nel mondo della moda e nel Mercato dei vestiti. Il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha dichiarato in merito: «Entro il 2030 tutti i tessuti dovranno essere durevoli, riciclabili, fatti di fibre riciclate e senza sostanze tossiche. Inoltre si vuole promuovere il riutilizzo e la riparazione per evitare la produzione di rifiuti tessili e microplastiche».
L’economia circolare delle case
In Europa, secondo i dati forniti da Bruxelles, sono più di 430.000 le imprese edili con un fatturato di 800 miliardi di euro (e milioni di dipendenti), le quali consumano il 50% delle risorse estratte, il 40% dell’energia totale e producono il 30% di tutti i rifiuti dell’Unione. In quanto somma di più parti, ovvero strutture composte da un insieme di più materiali, la Commissione vuole spingere verso una svolta, che possa essere inoltre traino per la ripresa economica. Per farlo, è necessario investire su prodotti durevoli, riciclabili e riparabili, vincolandone e promuovendone l’utilizzo tramite un certificato digitale. Un indicatore (quasi una pagella) che vincolerà anche computer, tablet, telefoni e smartphone, limitandone in maniera più stringente il loro smaltimento nell’immondizia.