Nei nostri articoli recenti abbiamo sempre messo l’accento sulla necessità di muoversi su due livelli, ovvero quello delle energie rinnovabili e quello del riuso e del risparmio. Oggi dimostreremo come sia intersecabile il riciclo nelle stesse energie rinnovabili.
L’utilità del riciclo
Secondo le analisi di Rystad Energy infatti il valore dei materiali riciclabili del solare fotovoltaico varrà 2,7 miliardi di dollari entro il 2030, avvicinandosi a 80 miliardi entro il 2050. Oggi, per fare un confronto, valgono 170 milioni. Inoltre, i materiali recuperati dai pannelli dismessi (che arriveranno a quota 27 milioni di tonnellate entro il 2040) potrebbero rappresentare il 6% degli investimenti nel solare fotovoltaico entro il 2040, rispetto a solo lo 0,08% di oggi. La domanda di componenti di pannelli solari fotovoltaici riciclati è destinata a salire in concomitanza con l’aumento del numero di impianti. E se il fotovoltaico, come ancora dello sviluppo delle energie rinnovabili e degli interventi di efficientamento energetici, è destinato sempre più ad imporsi, dall’altro il recupero di materiale renderebbe più economico il suo impiego. Senza contare infine che il riciclo alleggerirebbe il carico del problema dei rifiuti.
I materiali
I materiali reperibili sono l’argento (che rappresenta lo 0.05% del peso totale ma il 14% del valore), l’alluminio, il rame, il polisilicio (cristalli di silicio disallineati, ottenuto attraverso un processo ad alta intensità energetica fondamentale per la resa dei pannelli solari) ed il vetro (il materiale più ricorrente, dall’alto tasso di riciclaggio ma dal basso valore di rivendita). Quindi, se nel 2035 venissero prodotti 1,4 Terawatt, l’industria del riciclaggio del fotovoltaico fornirebbe il 21% dell’argento, l’11% dell’alluminio, il 2% del rame e l’8% del polisilicio necessari per riciclare i pannelli fotovoltaici installati nel 2020 per soddisfare la domanda di materiali. Il tutto diminuendo le emissioni di CO2 del rame, corrispondenti a 4 tonnellate di anidride carbonica per singola unità di rame.
Il parere degli esperti
L’analista di Rystad Energy, Kristin Stuge, ha affermato: «L’aumento dei costi energetici, il miglioramento della tecnologia di riciclaggio e le normative governative possono aprire la strada a un mercato in cui più pannelli solari defunti vengono inviati al riciclaggio piuttosto che alla discarica più vicina. Il riciclaggio dei pannelli fotovoltaici può aiutare gli operatori a risparmiare sui costi, superare i problemi della catena di approvvigionamento e aumentare la probabilità che i paesi raggiungano i loro obiettivi di capacità solare». Inoltre, «lo scenario di zero emissioni nette dell’Agenzia internazionale per l’energia prevede che il 40% della potenza mondiale nel 2050 sarà generata dall’energia solare, equivalente a 19 terawatt. Tuttavia, il nostro scenario di 1,6 gradi Celsius prevede che il 53% sarà generato dall’energia solare, una tendenza osservata nei numeri e nelle dimensioni delle rate degli impianti».
I vantaggi internazionali
Non manca l’occasione per un confronto geopolitico mondiale. Sempre secondo la Rystad Energy «Ipotizzando una durata di 15 anni di un pannello fotovoltaico e analizzando l’attività di installazione nel 2022, possiamo stimare quali regioni e paesi trarranno maggiori benefici dal riciclaggio dei materiali fotovoltaici nel 2037. La Cina dovrebbe rappresentare il 40% delle installazioni globali quest’anno e quando questi pannelli matureranno in 15 anni, il valore di riciclaggio stimato sarà di 3,8 miliardi di dollari, su un totale globale di 9,6 miliardi di dollari. L’India, un’altra centrale solare fotovoltaica asiatica, sarà al secondo posto con un valore stimato di 800 milioni di dollari, seguita dal Giappone con un valore stimato di 200 milioni di dollari. Dopo il continente asiatico, il valore del materiale riciclabile in Nord America nel 2037 dovrebbe essere di 1,5 miliardi di dollari, con l’Europa destinata a detenere 1,4 miliardi di dollari».