L’Unione Europea conferma e rinnova le linee guida per l’azzeramento del consumo del suolo.
Nel nostro articolo “Immobili: le proposte europee tra riduzione delle emissioni, certificati comunitari e passaporti” avevamo discusso in merito alle proposte europee avanzare nel corso del 2021. Una strategia da raggiungere entro il 2030, che permetterà il raggiungimento del Green Deal. Punto focale di questa campagna sarà il costante monitoraggio delle qualità del suolo tramite un vero e proprio passaporto. Contemporaneamente, sarà necessaria una nuova proposta legislativa dedicata al suolo da presentare a Bruxelles
I punti di intervento
Due i cardini di intervento. Il primo concerne il contrasto all’impermeabilizzazione ed al consumo del suolo. Un processo che prevede, in caso di nuove richieste, una selezione dei terreni a partire dal riutilizzo di quelli già consumati ed impermeabilizzati. Oppure l’uso in aree già degradate, limitando il consumo di suolo naturale solo in caso di ineluttabile necessità.
In secondo luogo, l’applicazione di misure di mitigazione. Ovvero da un lato impegnarsi a ridurre al minimo le perdite di ecosistema ma al contempo compensarle tramite altri interventi. Questi potrebbero essere, ad esempio, la nursery di alberi e la reintroduzione in habitat di una superfice con qualità ecologica equivalente a quella sacrificata. La rinaturalizzazione prevede anche il recupero di territori andati perduti, tramite il ripristino delle torbiere prosciugate ed il recupero delle zone umide contrastandone il prosciugamento
E come già accennato, un “passaporto”, giuridicamente vincolante, che identifichi il suolo preso in esame, promuovendone il recupero ed il riutilizzo. Qualora lo stesso fosse già riqualificato sarebbe comunque un elemento di promozione, introducendolo in un sistema di economia circolare sostenibile per regolarne l’uso. Il tutto surrogato da gruppi di studio e analisti, che a titolo gratuito potranno fornire supporto ai proprietari terrieri, condividendo le buone pratiche.
La condizione europea
La realtà infatti presenta un quadro negativo. I terreni europei sono costantemente soggetti a processi antropici che ne riducono la qualità. Su tutti l’inquinamento, ma anche l’erosione, la perdita di biodiversità e di materia organica, l’impermeabilizzazione già citata e il processo di salinizzazione. Secondo i dati, addirittura il 70% del suolo europeo presenta una qualità inferiore.
Un dramma per l’Europa. Le terre coltivate ed i pascoli producono un introito annuo di 76 miliardi di euro e sono un deposito di carbonio di dimensioni notevoli. Ma oltre alla questione economica, la permeabilità dell’acqua riduce il rischio di allagamenti e siccità, contrastando alcuni degli effetti più pericolosi dei cambiamenti climatici.
Il suolo è fonte di materie prime, cibo, biomassa, nutrienti, carbonio ed è fondamentale per il ciclo dell’acqua. Nozioni che abbiamo già imparato ad assimilare dalla scuola, ma che deve essere ricordato. Il riciclo naturale del suolo è infatti molto lento, infatti ogni centimetro impiega migliaia di anni a rinnovarsi.