La centralità strategica delle energie rinnovabili, specialmente per insediamenti isolati, è innegabile, come ci dimostra la Norvegia in una delle sue comunità più periferiche.
L’importanza strategica delle Svalbard
Oltre al Circolo Polare Articolo, sull’arcipelago delle Svalbard (per la precisione l’isola di Spitsbergen) è stato infatti inaugurato un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo a sostegno di una delle comunità permanenti più a Nord del mondo, presso la stazione di Isfjord Radio. Le Svalbard sono un gruppo di isole con meno di 3.000 abitanti e con capitale Longyearbyen, sotto l’amministrazione del Regno di Norvegia. Sono celebri inoltri poiché sede della Banca dei Semi mondiale, in una zona adatta alla loro conservazione. Ricoprono inoltre un ruolo strategico nel controllo delle rotte artiche e nella geopolitica del Nord, tanto è vero che sull’isola è presente una città sotto ufficiosa amministrazione russa, ovvero quella di Barentsburg, unica sopravvissuta delle città sovietiche costruite sulle Svalbard, quali Pyramiden e Grumant, oggi siti turistici con le statue più settentrionali al mondo di Lenin e per la loro urbanistica sui modelli e canoni sovietici.
I motivi di una comunità al Polo
Isfjord Radio è di per sé una stazione radiofonica e meteorologica sull’estremità del fiordo Isfjorden, creata nel 1933. Con la costruzione dell’aeroporto di Longyearbyen, la sua importanza accrebbe ulteriormente, diventando la stazione di ricezione per le comunicazioni radiofoniche dell’aeroporto. Anche se abitata da una decina di individui, è presidiata tutto l’anno, coronata dalla recente inaugurazione di un albergo per turisti e ricercatori, cosa che rende necessaria la sua alimentazione energetica. Secondo la società energetica statale Store Norske Energy, questa iniziativa taglierà le emissioni dell’insediamento del 70%, risparmiando 200.000 litri di carburante all’anno. L’energia prodotta però non sarà immessa nella rete nazionale, ma verrà trattenuta nel locale sistema di accumulo.
Le sfide logistiche e il futuro energetico
La sua installazione si è dimostrata comunque un’impresa logistica non da poco. Senza considerare la necessità di preservare la fauna locale, per poter inserire le fondamenta è stato necessario scavare fino al permafrost, in condizioni artiche molto difficili a causa del ghiaccio, delle intemperie, del vento e del buio. Infatti per metà dell’anno, la zona rimane nell’oscurità. Tuttavia ci sono fattori che agevolano la produzione di energia solare, quali la superficie riflettente di ghiaccio e neve nonché le basse temperature che aumenteranno l’efficienza dei pannelli. Store Norske e gli enti collaboratori dell’Università delle Svalbard e della Svalbard Energi non negano che il diesel dovrà essere ancora utilizzato, specialmente nei mesi di oscurità. Ma è già allo studio un nuovo impianto fotovoltaico.
Norvegia e Italia; una soluzione che fa scuola
Il progetto, come affermato dal direttore generale di Store Norske, Heidi Theresa Ose, si pone come pilota per dei sistemi energetici ibridi privi di emissioni per le comunità off-grid (scollegate da reti energetiche nazionali) nell’Artico, garantendo una piena autonomia. Un’idea che potrebbe essere strategica anche per le comunità italiane più periferiche o dell’entroterra, similarmente ad alcuni progetti già in corso sul nostro Paese, come le Comunità Energetiche Rinnovabili.
La notizia in Italia è stata ripresa tra gli altri da Il Messaggero, ItaliaOggi e diverse testate minori e blog.