Il Decreto Milleproroghe ha introdotto in Italia un’importante novità in ambito energetico, a livello di consumi e produzione. La nascita delle Comunità Energetiche Rinnovabili permetterà ai consumatori, tramite associazioni che uniscano cittadini, attività commerciali e imprese, di dotarsi di impianti per la produzione in proprio dell’energia e relativa condivisione da fonti rinnovabili.
Tramite appositi spazi individuati dagli associati, sarà possibile installare un impianto con una potenza complessiva inferiore a 200 kW connesso alla rete elettrica a bassa tensione attraverso una cabina di trasformazione a media/bassa tensione, consumando in loco l’energia, condividendola e stoccandola in sistemi di accumulo.
Vantaggi
Secondo una ricerca del Politecnico di Milano il giro di affari legato alle comunità energetiche potrebbe arrivare a 29 miliardi di euro, equivalenti a due punti del PIL nazionale. Numerosi i vantaggi. La riduzione delle emissioni di CO2, in quanto le comunità energetiche utilizzano energia prodotta da fonti rinnovabili; l’autoproduzione di energia e distribuzione della stessa tra i cittadini della comunità energetica; il risparmio sui costi di importazione, in quanto le comunità energetiche garantiscono al Paese maggiore autosufficienza energetica; il godimento di notevoli vantaggi in termini di abbattimento dei costi in bolletta grazie ai fenomeni di autoproduzione e distribuzione interna di energia.
Direttive europee
L’ente individuato dalla normativa nazionale, in accodo alla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE), per erogare gli incentivi previsti per l’energia elettrica prodotta dalle comunità energetiche rinnovabili è il Gestore dei Servizi Energetici. A livello normativo è inoltre importante ricordare la dignità giuridica che sarà attribuita alla comunità energetica, definendo i diritti dei singoli partecipanti i quali continueranno a scegliere liberamente il proprio fornitore di energia elettrica e potranno nominare un loro delegato, appartenente anche a un’azienda esterna, per la gestione dei flussi con il GSE, ovvero la restituzione delle componenti tariffarie non dovute per l’energia condivisa e la tariffa incentivante.
Direttive nazionali
L’obbligo di recezione per l’Italia della normativa europea è stato posto al 30 giugno 2021, con una fase sperimentale che durerà fino ai due mesi successivi al momento dell’adozione del provvedimento di recepimento della Direttiva 2018/2001. Ad agevolare il processo, la Delibera 318/2020/R/EEL di ARERA ha chiarito inoltre la differenza tra comunità energetiche e autoconsumo collettivo.
Permangono tuttavia alcune perplessità, inerenti ai dettagli necessari a livello normativo, a specifiche richieste dei consumatori e al quantitativo di incentivi rivolti a questi interventi. Ne parleremo domani nell’articolo “Le Comunità Energetiche Rinnovabili; costi e prospettive”.
