Il PNRR, fornendo contributi per il rilancio dei trasporti in una nuova chiave ecologica, permetterà al gruppo Ferrovie dello Stato di migliorare il servizio in prospettiva futura.
Investire sulle ferrovie è investire sul paese
I binari devono essere infatti un assett strategico per il trasporto di materiali, la mobilità dei passeggeri e la logistica nazionale, permettendo inoltre di alleggerire il trasporto su gomma. D’altro canto sono però numerosi i punti da affrontare per garantire un servizio omogeneo in tutto il paese, prima di affrontare il suo ampliamento ed ammodernamento. L’arrivo quindi di nuovi fondi (20 miliardi) da parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbe garantire l’impiego in un piano strategico di larghe vedute, che Ferrovie dello Stato (FS) considera di programmare e ottemperare entro il 2026, sotto l’aspetto green, infrastrutturale, digitale e di accessibilità.
Divario territoriale e ammodernamento della linea
Sotto il profilo delle disparità territoriali, che si registrano soprattutto tra il Nord e la costa tirrenica del Centro rispetto al Sud, alla Sardegna e alla costa adriatica del Centro (per quanto considerando ad esempio lo storico “Triangolo Industriale” il servizio sia già in crisi nei collegamenti altamente frequentati tra Torino ed Aosta o nel Ponente Ligure dopo Savona), FS potrà agire sia nell’ammodernamento delle stazioni che nell’elettrificazione dei binari. Nel primo caso l’obiettivo è l’abbattimento delle barriere migliorando l’aspetto delle stazioni con nuovi design che permettano di immergere la struttura nel contesto dell’ambiente circostante o valorizzandone la storicità, garantendo una migliore congiunzione con il trasporto pubblico locale e provinciale, specialmente ad uso dei lavoratori pendolari. Nel secondo caso, il Recovery Plan prevede 2,4 miliardi di euro per l’elettrificazione di 1800 chilometri di rete ferrata, di cui 573 nel solo Mezzogiorno, con l’intenzione di elettrificare entro il 2026 almeno l’85% dell’intera rete.
Nuovi mezzi e manutenzione
Una rivoluzione che deve passare anche per i convogli, Sono infatti ancora 1300 i treni (passeggeri e merci) ancora alimentati a diesel. Per contrastare il fenomeno, entro il 2026 dovranno essere investiti 4 miliardi per l’acquisto di nuovi treni di ultima generazione a zero emissioni da destinare su tutta linea (Frecce, Intercity ma anche Regionali). Una nuova tipologia di convogli in grado di tagliare i consumi energetici del 30% rispetto agli attuali mezzi, essendo composti per il 97% da materiali riciclabili (migliorandone così anche il rapporto di smaltimento). Al contempo, 60 milioni sono stanziati per la manutenzione dei treni, evolvendo venti officine FS con nuovi impianti fotovoltaici, solari, geotermici o eolici per permettere l’alimentazione di complessivi 13 megawatt di potenza (che dovrebbero coprire il 40% del fabbisogno totale di energia per la manutenzione dei mezzi).
Progetti ambiziosi ma alla portata del Paese, che potranno ottenere pieno successo se accompagnati anche all’aumento delle infrastrutture, pur rispettando il territorio e l’ambiente, permettendoci al contempo di raggiungere il resto della Comunità Europea, già fortemente avviato ad un potenziamento delle reti ferroviarie. Insomma, non si può perdere questo treno!